domenica 14 marzo 2010

Siamo alle solite...Masochismo e imbarazzo

Da 3 a 0 a 3 a 3…E' proprio una pazza Juve, ed è una coltellata per i tifosi bianconeri, sempre più nostalgici e increduli nell'assistere a certe domeniche di ordinaria follia.

La vigilia di uno Juventus-Siena in altri tempi avrebbe destato poco interesse, soprattutto ove i toscani si fossero presentati a Torino da fanalino di coda della classifica. Di questi tempi però ogni partita diventa per gli uomini di Zaccheroni una sfida e un'opportunità che va oltre la ricerca dei punti Champions. La linea di demarcazione tra la critica e il consenso mai come oggi è il risultato, nonostante nelle ultime uscite fossero stati evidenziati dei progressi di gioco e di condizione atletica. Si trattava tuttavia e sarà così da qui fino a fine stagione, di vivere ogni singolo match con la voglia di riacquistare fiducia e convinzione e anche, perché no , maggiore considerazione agli occhi di una critica mai così attenta alle sfaccettature delle singole prestazioni bianconere e alle differenze in bene o in male tra le stesse, scottata dalle tante , troppe volte in cui si era detto che la Juve era tornata se stessa per poi ricadere nell'oblio della precarietà. Vincere a Firenze, dimostrare compattezza in Europa League e tutto quanto di buono evidenziato nelle ultime uscite, sarebbero stati una vittoria di Pirro senza la corroborante affermazione contro squadre di provincia che molto spesso hanno costretto i tifosi bianconeri a domeniche di triste passione. Zaccheroni ricorre ad un robusto turnover e già questa può essere la notizia, con lo stakanovista Diego che rimane fuori a recuperare forza e idee, non così per il talismano Candreva, uno dei principali artefici della ritrovata serenità bianconera, collocato nella sua terra d'origine, sulla trequarti a supporto della coppia d'attacco storica Del Piero- Trezeguet. Rotazione di uomini anche in difesa e a centrocampo con Grygera, chiamato a rilevare il debordante Zebina di Coppa e De Ceglie riproposto a sinistra dopo le incertezze di Firenze. Scelta obbligata invece, ed è una vera e propria tegola, la rinuncia a Manninger infortunato, con Chimenti in porta. A centrocampo c'è Felipe Melo come vertice basso, con Sissoko e Marchisio interni del rombo, a comporre una mediana chiamata a riproporre quei bagliori di gioco palla a terra visti a Firenze e contro il Fulham. Il match è segnato da un avvio micidiale dei bianconeri che colpiscono tre volte in dieci minuti, due volte con Del Piero,al 2' e al 7' minuto, e con Candreva al 10'. Per il capitano bianconero, centrato l'obiettivo del gol numero trecento in carriera, arriva prontamente la doppietta che alza ancora l'asticella dei traguardi raggiunti e di quelli ancora da centrare in una invidiabile carriera che lega i successi personali alle più belle storie di casa bianconera. I tifosi della Juve avrebbero voluto fermare il tempo al 10' del primo tempo se solo avessero saputo cosa si sarebbe materializzato da li a poco. Oggi, come troppo spesso accade, non c'è spazio per celebrazioni e rituali d'orgoglio. Oggi è il tempo di una riflessione: come può la società più titolata d'Italia passare in vantaggio di tre gol dopo dieci minuti per poi sgonfiarsi clamorosamente, crollando sotto i colpi di un Siena poco più che ordinato? Dal post calciopoli, clamorosi tonfi come quello odierno della nuova Juventus si verificano con una solerzia disarmante. Avete capito bene, si parla di un tonfo clamoroso, anche se il risultato porta un punto, e nessun alibi potrà essere trovato per spiegare l'imbarazzante supponenza rispetto alla gestione di un risultato che nemmeno il più temerario degli scommettitori avrebbe pensato diverso dalla vittoria dei bianconeri, dopo i primi dieci minuti. Non crediamo che sia nemmeno una questione di energie nervose e fisiche spese nel match di giovedì contro il Fulham. Allo stesso modo non vanno attribuite eccessive colpe a Zaccheroni che non può avere la bacchetta magica dello psicologo per evitare le follie tattiche di elementi come Grygera e Felipe Melo che quando di tratta di fare comodi appoggi di cinque metri riescono nell'ardua impresa di servire prelibati assist agli avversari. Da 3 a 0 a 3 a 3…E' proprio una pazza Juve, ed è una coltellata per i tifosi bianconeri, sempre più nostalgici e increduli nell'assistere a certe domeniche di ordinaria follia. I toni della critica saranno diversi rispetto alle celebrazioni per l'ottimo match contro il Fulham, ma non potrà essere diversamente. Anche l'elogio più forte diventerà proporzionalmente critica feroce, perché questa Juve ti spiazza sempre e ti lascia a bocca aperta, quando manifesta con una dirompenza sconcertante delle lacune clamorose, non solo tattiche, ma anche tecniche e , lo si dica una volta per tutte, caratteriali. Una Juve che a volte si specchia, credendosi galattica, per poi uscire ridimensionata come l'ultima delle provinciali , con tutto il rispetto che si deve invece a chi la parte della Juve l'ha fatta alla grande : il Siena di Malesani buca tre volte la difesa bianconera in una rimonta avviata nel primo tempo da Maccarone e completata dalla doppietta di Ghezzal nella ripresa, senza rubare nulla e magari con il rammarico di non aver osato di più. Contro una Juve così masochista niente davvero sarebbe stato precluso… Un cenno finale per Felipe Melo, ricordando al buon Felipe il rispetto che si deve verso una tifoseria trattata con molto meno lusso dei venticinque milioni spesi per acquistarlo. Ai gesti di disapprovazione verso il pubblico sostituisca delle prove dignitose in grado di dimostrare di essere degno della casacca bianconera, magari forse allora potrebbe dire con fermezza di poter meritare un cenno di sostegno. La sua superficialità e la supponenza delle sue prestazioni sono lo specchio di quanto di peggio la Juve possa offrire, alternando buone prove a crolli vertiginosi. Zaccheroni predica serenità e continuità di risultati, sarà però molto difficile trovarla con simili atteggiamenti. Qualcuno pensi alle soluzioni e alle quanto mai urgenti decisioni

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